Legambiente, CROS Varenna, WWF
Abbiamo appreso dalla stampa che la Forestale di Como ha posto termine,
mettendo i sigilli, alla lavorazione dell’impianto di frantumazione
della pietra nella Riserva del Pian di Spagna.
Esprimiamo soddisfazione per l’azione a cui
abbiamo dato il nostro contributo prima di tutto inviando, il 18
novembre 2011 a Carabinieri e Corpo Forestale una richiesta di
intervento urgente per il blocco dei lavori, e successivamente con
ripetuti interventi sulla stampa.
Non è questo l’unico attentato alla Riserva che abbiamo segnalato sul Libro Bianco 2013 presentato nel febbraio dell’anno scorso e scaricabile dal blog http://occhisulpiandispagna.blogspot.it/.
Taglio selvaggio e incendio dei canneti, nessun cambiamento sostanziale
nella gestione dell’attività agricola e dell’allevamento, del tutto
simile a quello che si svolge fuori dall’area protetta con uso
abbondante di sostanze chimiche che poi attraverso i fossi entrano nel
circuito vitale dell’area umida e spargimento di liquami che
desertificano i prati e finiscono nel lago aumentandone il livello di
eutrofizzazione.
Anche la cementificazione e il consumo di suolo continuano. Sono in
corso i lavori per la realizzazione della bretellina per bypassare il
passaggio a livello all’incrocio tra SS36 per Chiavenna e la statale per
Menaggio: 550 metri di asfalto sul suolo della riserva. Non si può
tacere infine la ferita inferta ad una delle zone più delicate sulla
quale abbiamo presentato esposto alla Procura di Como: la costruzione,
consentita dal Comune di Gera Lario, di nuovi edifici vicino alla riva
del lago tra la foce dell’Adda e il canale Borgofrancone, in area Ramsar
(la convenzione internazionale per le zone umide), in fascia B del PAI,
conseguenza anche dell’insabbiamento in Regione della variante al Piano
di Gestione, approvata nel 2004 dall’Assemblea della Riserva che
prevedeva l’inedificabilità totale di questa come di tutte le aree
agricole in fascia di rispetto.
Ci auguriamo che la chiusura dell’impianto macinazione inerti sia un
segnale di inversione di rotta per la vita della Riserva dove finora è
prevalsa l’emulazione nelle astuzie contro le normative di protezione
piuttosto che una gestione e un fare impresa che salvaguardi gli scopi
per cui la riserva è stata istituita sviluppando agricoltura e turismo
di qualità in accordo con i bisogni dell’avifauna e la conservazione
della biodiversità di una zona umida preziosa.
Costanza Panella
rappresentante delle associazioni ambientaliste nella Comunità della Riserva
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